La nascita dello scautismo è stata pensata quale metodo educativo utile ai ragazzi delle periferie della Londra di fine ‘800 quando le famiglieappartenenti ai ceti meno abbienti poco si occupavano dei minori, della loro scolarizzazione e della loro formazione. Con una buona intuizione Baden Powell, in occasione del primo campo estivo sull’isola di Brownsea nell’agosto del 1907, propose il suo metodo a 20 ragazzi di diversa estrazione sociale proprio per testarne la validità. Da quel momento il movimento scaut non si è rivolto univocamente ad una unica classe sociale ma, volutamente, ha inteso occuparsi dell’educazione dei ragazzi appartenenti alle classi agiate così come quelli  appartenenti alle realtà più in difficoltà.
Oggi il movimento scout, con le sue associazioni presenti in Italia, non ha dimenticato la sua vocazione con una presenza attiva nei centri storici, nei quartieri residenziali e nelle periferie urbane delle nostre città. Anzi, proprio negli ambiti a maggiore disagio sociale, l’azione educativa dei nostri gruppi ha maggiore valenza ed è guardata dagli organi centrali con una particolare attenzione. Il convegno associativo degli Scout d’Europa “Scautismo di Frontiera”, che si è svolto a Palermo lo scorso 7 aprile, ha dato evidenza all’opera che i nostri Gruppi svolgono nelle periferie delle nostre città. Ben sei le Associazioni scout di carattere nazionale che sono state rappresentate al Convegno, con una toccante condivisione delle esperienze che tantissime Capo e moltissimi Capi mettono in pratica nei Gruppi locali dove si spendono per dare risposta alla missione di lasciare il mondo migliore di quanto è stato trovato attraverso un semplice gioco, il meraviglioso gioco dello scautismo.