DONPAOLOCarissime capo, carissimi capi,
la Pasqua ormai alle porte mi dà un’occasione preziosa per condividere con voi alcuni pensieri, che scaturiscono dall’incontro tra l’anno santo straordinario della misericordia e il metodo scout: dal loro intreccio emergono, infatti, alcune potenti occasioni educative sia a livello umano che spirituale.
 
Nella bolla di indizione del Giubileo, dal titolo “Misericordiae vultus” (il volto della misericordia), Papa Francesco, dopo aver spiegato il senso della misericordia, passa a descrivere gli elementi concreti relativi alla sua celebrazione: desidero affidarne due alla comune riflessione. Il primo e più tradizionale “segno peculiare” del giubileo è il pellegrinaggio. Nella bolla, il Papa afferma che esso “è icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza. La vita è un pellegrinaggio e l’essere umano è viator, un pellegrino che percorre una strada fino alla meta agognata. Anche per raggiungere la Porta Santa a Roma e in ogni altro luogo, ognuno dovrà compiere, secondo le proprie forze, un pellegrinaggio. Esso sarà un segno del fatto che anche la misericordia è una meta da raggiungere e che richiede impegno e sacrificio” (n. 14).
 
Ciò che il Santo Padre afferma è cromosomicamente inserito nel nostro metodo educativo: lo scautismo non educa per atti, ma per percorsi; e lo stesso nome di questi percorsi – pista, sentiero e strada – fa riferimento al modello del pellegrinaggio: icona del cammino della vita, meta da raggiungere, sforzo proporzionato alle condizioni di ciascuno, impegno e sacrificio per raggiungerla. Far vivere in modo autentico la pista, il sentiero e la strada alle ragazze e ai ragazzi che la Provvidenza ci affida, oltre al già rilevante valore educativo sul versante umano, acquisisce un valore aggiunto molto grande nel respiro della vita di fede, perché apre il cuore all’oltre di Dio e dispone a perseguirlo in modo progressivo, con determinazione, impegno e sacrificio.
 
Il secondo elemento – che connota in modo decisivo il giubileo che stiamo celebrando – è quello della misericordia. Proseguendo nel suo discorso, Papa Francesco ci esorta affinché il pellegrinaggio diventi l’occasione per lasciarci “abbracciare dalla misericordia di Dio” e, al contempo, ci spinga “ ad essere misericordiosi con gli altri come il Padre lo è con noi” (n. 14).
 
Più avanti, il Pontefice continua: “In questo Anno Santo, potremo fare l’esperienza di aprire il cuore a quanti vivono nelle più disparate periferie esistenziali, che spesso il mondo moderno crea in maniera drammatica”, e ancora: “È mio vivo desiderio che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporale e spirituale” (n. 15). A ben vedere, la “progressione” della misericordia delineata da Papa Francesco si attaglia molto bene a quella che fa parte della spina dorsale dello scautismo: la B.A., che diventa capacita e volontà di “aiutare il prossimo in ogni circostanza”, per poi sfociare nel servizio. La competenza di raggiungere le periferie esistenziali – tanto care alla predicazione del Santo Padre – non si improvvisa, ma è il frutto di una progressiva formazione. Le opere di misericordia corporale e spirituale, in quest’ottica, all’interno delle nostre attività, inoltre, possono diventare non soltanto un’occasione di esercizio della misericordia, ma anche un formidabile strumento pedagogico concreto che educa ad essa, nella storia concreta delle persone e delle comunità.
 
Ma dov’è che l’oltre di Dio si incontra con la storia dell’uomo, aprendosi alla misericordia?
La risposta è inequivocabile: nella risurrezione di Cristo!
 
È Cristo che – vero Dio e vero uomo – ci dischiude le porte dell’oltre di Dio per mezzo della sua risurrezione; non senza prima, però, aver portato a compimento il suo pellegrinaggio nel mondo che, con impegno e sacrificio, avrebbe raggiunto il culmine nella sua passione e morte in croce. Dall’altro lato, è Cristo che, abbattendo con la risurrezione le barriere del tempo e dello spazio, dà il colore e il profumo dell’eternità ad ogni singolo gesto di servizio e di misericordia, della quale egli stesso è supremo modello.
 
Che questa Pasqua, allora, possa rendere ancora più spedito il nostro pellegrinaggio verso l’eternità, che viene incontro a noi in Gesù risorto; e che la misericordia esercitata, insegnata e imparata all’interno delle diverse istanze associative, impreziosisca il nostro cammino verso la meta e l’arricchisca della gioia, dono del Risorto ai credenti.

Buona Pasqua!

– Don Paolo La Terra –